A giovane di buone speranze
Uom ch’erri paüroso in notte scura,
D’ogni ombra e d’ogni suon tragge spavento.
A me ogni voce ed ogni vista è pura
Voce e vista d’amor: tutto ch’io sento,
M’infiamma e m’assicura.
Noi ci scontrammo pellegrini in via
Nel dì del Santo da’ soavi affetti,
Che, giovane, chiamò madre Maria,
Che amatevi l’un l’altro, figliuoletti,
Vecchio ridir s’udia.
Quel dì rammenta, o giovin degno, ed ama:
Ama d’austero affetto e franco e umile.
Se a vane guerre il tuo fratel ti chiama,
Vinci a forza d’amor. Temi, o gentile,
Non l’oblìo, no, la fama.
Dell’egra vita a me sol tanto avanza
Da piangere i miei falli e l’altrui pene.
Nel mio petto il desìo non ha più stanza;
E al mio non più, de’ miei fratelli al bene
Vola la mia speranza.
Non tranquilla, ma forte io spero e bramo
A te la vita. E se udirò che ornato
Un giorno il crin del periglioso ramo
T’onori il mondo, i’ dirò consolato:
Io lo conosco, e l’amo.