Il medesimo, in nuova forma - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
Il medesimo, in nuova forma Come piccole faville, Come soli in ampio giro, L’alme umane a mille a mille, O Signor, dal nulla usciro Ad ogni ora innanzi a te. Era ogn’alma, ne’ profondi Tuoi pensieri, eterna idea: E nell’ordine de’ mondi Entra anch’ella, e nuovi crea Universi intorno e in sè. Cadon vite ad ogn’istante, Com’al suol falciate biade; E la terra germinante Di viventi un’altra etade In quell’attimo rifè. Infelici età venture, Ree del par, tiranne e oppresse, Sulle nostre sepolture Cresce a voi cruenta mèsse Di peccato e di dolor. Ma co’ falli i gran concetti, E più grandi, sorgeranno; Le fidanze co’ sospetti, Le delizie con l’affanno, E co’ fremiti l’amor. È ’l vapor dell’ebro senso Breve soffio di tempesta: Ma ’l piacer che spira intenso, Che possente in cor ci resta, Vien dall’alto de’ pensier’. Verginetta in sen portasti, O Maria, Virtù divina. Più sarà ne’ pensier’ casti Concepita, e più vicina Prole avremo al sommo Ver. Nelle gioie, o Dio, che tanto L’egra carne agogna e spera, È mistero augusto e santo. Sia l’amplesso una preghiera, Ed il talamo un altar. Dalle candide parole Della moglie in te diletta, Dal sorriso della prole Innocente benedetta, L’amor tuo, Gesù, ci appar. Tuoi siam tutti; e sposo, amico, Avversario, pellegrino, Schiavo e principe e mendico, E selvaggio e cittadino, Ti siam tutti un solo amor. Nostri amor’ Gesù consiglia Sublimare in un co’ suoi. Questa piccola famiglia Ch’egli crea quest’oggi a noi, Non ristringa i nostri cuor. I concenti del pensiero E dell’opra a Dio levate: Egli a voi del ben, del vero Ampliar l’ereditate D’una impose in altra età. Ciascun’alma al secol nata È tesor del Dio vivente, Pietra forse in ciel segnata, Re terribile e clemente, A fornir la tua città. Non v’ha gemito latente O di schiavo o di fanciulla, Non v’ha sogno di dormente Che dileguisi nel nulla; Crescon tutti in pruno o in fior. I pensier’ ch’errando vanno Al pensier mio stesso ignoti, Tra mill’anni vibreranno Nelle fibre a’ miei nepoti, Santa gioia o rei dolor’. Quanto mai splendor di vero D’alte menti ornò le cime; Quanto ardor d’affetto austero, D’ardua gioia o di sublime Maraviglia impresse i cuor’, Venga, illumini le menti, Tempri il cuore a’ nostri figli; E co’ secoli crescenti I magnanimi consigli Crescan sempre e gli alti amor’. Di quell’anima che aspetta Sulla terra angusto nido, Immortale pargoletta, Il destino a voi confido, O custodi eterni Ardor’. Sian per voi, congiunti Amori, L’alme tutte un solo spiro: Sian co’ figli i genitori, Delle ignote età nel giro, Una lingua, un senno, un cor. 1839.