Al Conte de M*** che si sposa a una fanciulla dei Conti di M*** - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
Al Conte de M*** che si sposa a una fanciulla dei Conti di M*** Pensa: «mentr’io, di nuovi amor’ fiorita, Di nuovi preghi ombrata, la mia via Seguo, e un virgineo core apro alla vita; Altri di gel, di spine arduo cammino Batte scorato, e con lunga agonia Ignoto affronta l’ignoto destino.» Pensa amorose femmine languenti In solo letto; e acerbe e vecchie vite In ceppi, in arme, in terra, in mar gementi; Genitor ch’han figliuoli, e non han pane; Ed anime che piangon sbigottite Il fuggir delle care anime umane. Pensa: mentr’io commetto alla sicura Coscienza il governo di mie gioie, E al pudor d’un’amata creatura, Altri d’amor’ voraci arde infelice Ed ai baci anelati atra di noie Una fonte e di ree lagrime elice; E raccogliendo in freddo odio si viene l’amore sperso, ei mal conserti amplessi L’oscena tirannìa stringe in catene.» Pensa mertati ed invocati affanni; Idoli vani, come nebbia spessi Sull’arido pensier piovere inganni. Pensa: «mentr’io di molte schiatte affido Al sen d’un’Eva il germe, e seco intesso A virtù molte, a molti affetti un nido; Senza famiglia, senza rimembranze, Il selvaggio, lo schiavo, il reo, l’oppresso, Corte più che la vita han le speranze. Dispersi come gocciole per terra, Pêron gli umani; e, se li mesci insieme, Gonfian spumando come flutti in guerra.» Pensa: «mentr’alta e umìl, calda e severa Da un casto petto, che il mio petto preme, Svolgesi a Dio la nuzïal preghiera; Nel maculato talamo, pensosa Dell’onte nuove e della gloria antica, Giace legata di Gesù la sposa. Nel ferro i piedi, il bel collo nell’oro Ti strinsero i crudeli; e te, pudica, E delle schiette tue forme il decoro Nudaro al gel de’ Boristenii venti, All’insultar del gallico soldato, Al fetor de’ tedeschi abbracciamenti.» — Tu d’ardite parole, e tu di casti Esempi onora il suo misero stato, Carlo, che dai più puri anni l’amasti. Di molto lezzo a vincer l’affannosa Nube che i sensi assal, vale talora Breve una goccia di stillata rosa; E picciola onda che in vapor si spande, Ne’ tesori del ciel s’accoglie, e irrora La fronte della terra e le ghirlande. Sempre una voce al tuo memore affetto Suoni: l’amica dell’Amico mio Piange rifisso in croce il suo Diletto. E le saran sollievo i tuoi pensieri; Chè, tinti di pietate e volti a Dio, Han grazia espiatrice anco i piaceri.