Al Conte de M*** che si sposa a una fanciulla dei Conti di M***
Pensa: «mentr’io, di nuovi amor’ fiorita,
Di nuovi preghi ombrata, la mia via
Seguo, e un virgineo core apro alla vita;
Altri di gel, di spine arduo cammino
Batte scorato, e con lunga agonia
Ignoto affronta l’ignoto destino.»
Pensa amorose femmine languenti
In solo letto; e acerbe e vecchie vite
In ceppi, in arme, in terra, in mar gementi;
Genitor ch’han figliuoli, e non han pane;
Ed anime che piangon sbigottite
Il fuggir delle care anime umane.
Pensa: mentr’io commetto alla sicura
Coscienza il governo di mie gioie,
E al pudor d’un’amata creatura,
Altri d’amor’ voraci arde infelice
Ed ai baci anelati atra di noie
Una fonte e di ree lagrime elice;
E raccogliendo in freddo odio si viene
l’amore sperso, ei mal conserti amplessi
L’oscena tirannìa stringe in catene.»
Pensa mertati ed invocati affanni;
Idoli vani, come nebbia spessi
Sull’arido pensier piovere inganni.
Pensa: «mentr’io di molte schiatte affido
Al sen d’un’Eva il germe, e seco intesso
A virtù molte, a molti affetti un nido;
Senza famiglia, senza rimembranze,
Il selvaggio, lo schiavo, il reo, l’oppresso,
Corte più che la vita han le speranze.
Dispersi come gocciole per terra,
Pêron gli umani; e, se li mesci insieme,
Gonfian spumando come flutti in guerra.»
Pensa: «mentr’alta e umìl, calda e severa
Da un casto petto, che il mio petto preme,
Svolgesi a Dio la nuzïal preghiera;
Nel maculato talamo, pensosa
Dell’onte nuove e della gloria antica,
Giace legata di Gesù la sposa.
Nel ferro i piedi, il bel collo nell’oro
Ti strinsero i crudeli; e te, pudica,
E delle schiette tue forme il decoro
Nudaro al gel de’ Boristenii venti,
All’insultar del gallico soldato,
Al fetor de’ tedeschi abbracciamenti.» —
Tu d’ardite parole, e tu di casti
Esempi onora il suo misero stato,
Carlo, che dai più puri anni l’amasti.
Di molto lezzo a vincer l’affannosa
Nube che i sensi assal, vale talora
Breve una goccia di stillata rosa;
E picciola onda che in vapor si spande,
Ne’ tesori del ciel s’accoglie, e irrora
La fronte della terra e le ghirlande.
Sempre una voce al tuo memore affetto
Suoni: l’amica dell’Amico mio
Piange rifisso in croce il suo Diletto.
E le saran sollievo i tuoi pensieri;
Chè, tinti di pietate e volti a Dio,
Han grazia espiatrice anco i piaceri.