L’elemosina - Edizione digitale XMLcompiled byMaria Federica CartenìCarte Tommaseo Online2025
Questa risorsa digitale è accessibile per scopi di ricerca accademica, vietato ogni uso commerciale
Il documento è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - NonCommerciale - NonOpereDerivate 4.0 Internazionale (CC BY-NC-ND 4.0)
Carte d'autore onlinePoesieTommaseo, NiccolòSuccessori Le MonnierFirenze1872Trascrizione e revisione testiMaria Federica CartenìClaudio LupinuMarcatura XML testiMaria Federica CartenìManuela FerraroCodifica XML automatica estratta da WCM-BDGiovanni Salucci - MRX srlCoordinamento scientificoSimone Magherini
L’elemosina
Cieco a trent’anni, e povero,Pietro in dolor languia:L’affettuosa moglie,La sua gentil Sofìa,Delle sue braccia solaMantien la famigliuola.Egli per lei si cruccia,Ella gentil per esso.Il lavorare assiduoPronta lasciava, e spessoLe cose che in ideaVenivangli, scrivea.«Vieni, Sofia, ti voglioDettare una canzone.» —Ella amorosa ed ilareAccanto a lui si pone.Ed egli: «Poveretta,Scrivi,» e la bacia, e detta:«Dio, che mi desti un angelo,Luce de’ giorni miei,Non far mia vita inutileTanto pesar su lei.Ogni dolor sia mio:Ell’è innocente, o Dio.»La non scrivea, ma in lagrimeAppiè di lui si pose:«S’è ver che tu non m’odii,Queste crudeli cose,Consolator mio vero,Togli dal tuo pensiero.T’amo davvero, io misera:Non mi conosci ancora.La tua tristezza è l’unicoPensier che m’addolora.Contenta in fondo a un ciecoCarcer sarei con teco.»E gli baciò gl’immobiliOcchi, e, in baciar, SofiaL’amaro delle lagrime,Che cadean giù, sentia.E Pietro a lei: «Perdono,Mia figlia; ingrato io sono.»Egli il dolor continuo,Ella il suo mal tacea;Ma al gran lavor più reggere,Sfinita, non potea.Un giorno l’infelice(Ahi con che cuor!) gli dice:«Pietro, non posso muovermiDi letto; io son malata.» —Innanzi che vederselaAllo spedal portataLa moglie e madre cara,Come già morta in bara;Egli, l’altero giovane,A mendicar si pose:E, in chieder l’elemosina,Molte canzon’ pietoseCantava per la viaD’una gentil Sofia.1843.