Per un bambino primogenito di due genitori sposi, morto in età di due mesi
Mai non ti vidi, e sento i tuoi vagiti;
De’ genitor’ non visti il doloroso
Giovane amor compiango: agl’infiniti
Dolori altrui mi fanno i miei pietoso.
Ecco il germe d’un fiore; e l’aure miti
Lo posan di lontano in letto erboso:
La pianticella, per sentier’ romiti
Scende a nutrirla un rio fra l’erbe ascoso.
Viene pensosa una fanciulla pia,
Vede il soave fiorellino, e a lei
Piace, e al tuo casto altar l’offre, Maria.
Ma tu, recisa dal terreno stelo,
O lagrimata creatura, or sei
Un fior che bea di sue fragranze il cielo.