Parole d’un giovane nella morte di donna attempata
Da qual parte di ciel, donna, contempli
Questa terra girar nel lume immenso,
Come si volve in lucid’aer puro
Nube d’incenso?
E che ti par di quest’angusto nido
D’affanni tanti e di tanto desio?
Scemi l’amico tuo misero? Senti
Il pianger mio?
Certo, o gentile, a te, che in Dio la miri,
L’umana polve appar cosa più grande;
E più possente in quelle altezze il nostro
Grido si spande.
Oh! mia dolcezza e mio dolor, m’insegna
Il vero senso delle umane cose;
Drizza vêr te le ancor deboli mie
Ali amorose.
Dammi ch’io lasci altrui qualche favilla
Del meditante amor che mi lasciasti;
E ad immortal’ desii m’alzi il pensiero
Che tu m’amasti.
1836.