La carcere - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
La carcere Nella mesta prigionia Son più libero di pria. Ha la carcere il suo vanto, Ha la sua dolcezza il pianto, Ha la pena i suoi piacer’. Sono ignote ai cuor’ superbi Le delizie che tu serbi, O Signore, all’uomo oppresso. Quand’è in pace con sè stesso, Gli è felice il prigionier. Sente, è vero, in fondo al cuore, Più che il suo, l’altrui dolore; Ma non teme e non s’attrista, Non s’adira, ed ali acquista A magnanimi voler’. Così rondine che il fiume Rade, e bagna in lui le piume, Vola in alto agilemente, E rivede il sol fuggente, E saluta il suo cader. Ma del dì, ch’io veggo, i rai, O Signor, non fuggon mai; Grande ognora, ognor crescente, Sempre mite e sempre ardente, Sempre invitto in suo poter. E contempla il suo splendore La mia mente; e passan l’ore: E il cor mio non è mai solo, Perchè a me con vario volo, Sovra il capo al carcerier, Per le triste inferrïate, Quai colombe innamorate, Entran l’alte rimembranze, Le instancabili speranze, L’ardue gioie, e il pio doler. Oh Signore, agl’infelici, Agli erranti, a’ miei nemici, Sii propizio, e in loro spandi Quella pace che tu mandi Ne’ suoi sonni al prigionier. E a que’ pii che del mio danno, Più di me, pensosi stanno, Tu sovvieni e li consola; Parla in lor la mia parola, E rivela il mio pensier. Salve, o Sol, che le pareti Di mia stanza ignude allieti, O colombe, o vaghi uccelli, Che nel sol volate snelli Via per liberi sentier’, Non v’invidio: il mio pensiero Via per libero sentiero Vola anch’esso; e riverente Dell’insonne e del languente S’inginocchia all’origlier. Sento il grido de’ passanti, E la lieta aura de’ canti Io respiro consolato, Come l’alito odorato Di giardino o di verzier: E rispondo, e godo anch’io, Lor compagno; e a lor desio (Deh, non giunga il dì del pianto!) Generoso e puro il canto, Incolpabile il goder. Nella mesta prigionia Son più libero di pria. Ha la carcere il suo vanto, Ha la sua dolcezza il pianto, Ha la pena i suoi piacer’. Gennaio, 1848.