Montaperti - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
Montaperti

(Dopo la rotta di Montaperti, i Guelfi di Toscana e Romagna sono raccolti in Lucca, e dimorano intorno alla chiesa di San Frediano).

UN FANCIULLO DE’ BUONDELMONTI. Quando, o padre, all’Apparita La città nostra fiorita Rivedrem dall’alto, e quando Pregheremo in San Giovanni? BUONDELMONTI. Forse in capo a dimolt’anni Avrà fine il nostro bando; Forse in breve: Iddio lo sa. CORO DI VECCHI. O donne fiorentine, Chiamate a Dio pietà. UNA DONATI AL FIGLIUOLO. Del padre tuo l’esiglio Non averà mai fine: L’Arbia nel sangue, o figlio, Le piaghe sue lavò. CORO DI GUERRIERI. Maledetto il traditor Che d’un colpo fe’ cader Tante braccia e tanti cuor’! Siano infami i suoi sentier’: Quel che noi provammo allor, Senta, o tristo, il tuo pensier Tutta, quanto durerà, La penace eternità. CORO DI DONNE FIORENTINE. Di te, Fiorenza, stanco, I tanti tuoi peccati Dio flagellar volea. Su’ tuoi nemici armati Un grande manto bianco La Vergine stendea, Che nella pura notte Fu visto biancheggiar. CAVALCANTE DE’CAVALCANTI. Ma fu pugnato almanco: Nè senza sforzo rotte Le posse guelfe andàr’. CORO DI VOLTERRANI. Il sol montava; e discorde-sonanti A noi veniano i barbarici canti. Degli ottocento, pien’ d’oro e di vino, Ecco il fracasso si fa più vicino; E de’ cavalli la torma si scaglia Con urla grandi alla nostra battaglia. Primo in ischiera presentasi il forte Aldobrandino, gridando: «Alla morte.» E con la spada a due mani si caccia Tra fante e fante, spirando minaccia. I PISTOIESI. Ma di Gualtier d’Astimbergo la fiera Ira s’avanza. Calò la visiera, E nelle mani s’assetta la lancia: Sul condottier de’ Lucchesi si slancia, Che del vegnente nel valido usbergo Ruppe il suo ferro. Ma quel d’Astimbergo, Forte gridando, lo coglie e trapassa, E un altro e un altro freddati ne lassa. Prende la spada, trafigge ed istraccia, E tra’ destrier, come drago, si caccia. SAMMINIATESI. D’un concento di lamenti Risuonâr’ le sparse schiere: Ne’ sbarrati alloggiamenti Il Senese penetrò; Gli stendardi e le bandiere Mise in terra e calpestò. UN MAGALOTTI. Forti lancie e a vincer dotte, Trentamila in sugli albor’ Ci schierammo: e avanti notte.... UN BISDOMINI. Maledetto il traditor! CORO DI LUCCHESI. Questa terra, intanto, sgombra Da stranieri e suoi tiranni, Di Matilde la grand’ombra A noi tutti manterrà. Regge omai da trecent’anni La lucchese libertà. UN MACHIAVELLI. Maledetta e tu, che d’oro Empi al barbaro la fame! Ma non oro, o lupa infame, Sangue Iddio da te vorrà. UN PRETE DI SAN FREDIANO, DELLA FAMIGLIA GARZONI. Figliuoli miei, qual suono D’ira impotente e d’infernal minaccia? I’ pregherò che, buono, Secondo i preghi vostri Iddio non faccia. Per la sera tranquilla Spandesi, come d’Angelo, armonia. Suona la santa squilla E dice in suo linguaggio: Ave, Maria. L’Angelo a lei favella: «Piena di grazia, Iddio tua compagnia. — Ecco di Dio l’ancella — E il Verbo è fatto carne. — I FANCIULLI E LE DONNE. «Ave, Maria.» IL PRETE. Prega a Gesù, che forte Il braccio, o Santa, e mite il cuor ci sia. E adesso e nella morte Prega per noi traditi. TUTTI, TRANNE IL CAVALCANTI. «Ave, Maria.» 1833.