Cristo e le cose - Edizione digitale XMLcompiled byMaria Federica CartenìCarte Tommaseo Online2025
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Carte d'autore onlinePoesieTommaseo, NiccolòSuccessori Le MonnierFirenze1872Trascrizione e revisione testiMaria Federica CartenìClaudio LupinuMarcatura XML testiMaria Federica CartenìManuela FerraroCodifica XML automatica estratta da WCM-BDGiovanni Salucci - MRX srlCoordinamento scientificoSimone Magherini
Cristo e le cose
Questi fior’ che tra l’ombre di GetsèmaniCrebber, Gesù, dovrà sudato tingereIl sangue tuo. — Fra pochi dì l’avranno. —— Noi, destinate il tuo bel capo a premere,Aride spine, perchè mai sì vegeteCresciamo al sol? — Crescete: io vel comando.Ancora un poco, e tu, freddo sudario,Freddo m’avrai. Di grande amor desideroI tuoi sacrati abbracciamenti, o morte. —La terra, impressa delle tue vestigia,Quante sostanze comporrà ne’ secoli,Le imberrà tutte della tua virtute.L’aria che spiri, correrà perpetuaOr sotterra, or per l’alto, e innumerabiliPetti mortai, Gesù, la spireranno.Gli àtomi che alle tue membra involaronsiGià vive, e al tuo voler ministri furono,Di mendichi e di re membra saranno;La luce, il caldo, e le correnti etereeSenza nome nè pondo, che in te vissero,Sparsi nel vano e in nuove vite attratti,D’uno in altro emisfer si tramutarono:E in suo quïeto armonïoso vortice,Da lor sacrata, li agitò Natura.Qual maraviglia se Gesù nel misticoPane si cela, poi che tutte serbanoOrma alcuna di lui l’aure e la terra?Temprata, o forte, del tuo mite spiritoNostra materia, al buon voler più docileServe, e or si lancia ardita, or ùmil posa;E di dì ’n dì, fra il cielo e noi, più tenueVelo divien, come di nebbie sgomberaAria che al sol s’innalbi ed invermigli.1838.