L’amico nostro - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
L’amico nostro Nel vagir di lui nascente Fu l’ambascia di chi muor; Nel sospir di lui morente Un anelito d’amor. Di’, Maria, la prima voce Che il Divino ti parlò; Con che sguardo, essendo in croce, Un figliuolo a te donò. Di Samaria assiso all’acque, Penetrò, converse il cuor D’una errante; e pianse e tacque, Maddalena, al tuo dolor. Gioie e affanni altrui comprese Nella pace del pensier: Forte amò, forte s’accese Contro i vili e i menzogner’. Le armonie, le forme belle, E le stelle e il verde e i fior’, Crëature in Dio sorelle, Abbracciò di casto amor. Come in rio corrente il sole, Nelle sue parole amor Tralucea: le sue parole Delle cose il sommo e il fior. Del futuro aperse i veli, E del secolo che fu: Misurava abissi e cieli; L’invisibile virtù Delle cose in man tenea; E del Verbo all’alto vol Moto e spazio e corpi e idea Era, o Cristo, un atto sol. I non nati, i morti, i rei D’un affetto avvinse a sè; Cospirò ne’ pensier’ miei Dumil’anni innanzi a me. Numerò, quasi monete, Quanti mêrti un sorso avrà D’acqua offerta all’altrui sete, Un silenzio di pietà. Del gran coro, in cui son misti D’inno accenti e di martìr, Ogni voce in cor sentisti, Ogni timido sospir; Come arteria che risponde Fida a’ battiti del cor, Come spirto a cui s’infonde D’ogni fibra ogni dolor. Ed ogni àtomo un incenso Di preghiera a Lui rendè. Tutto, come il cielo immenso, Costellò, rivolse in sè. Fiume limpido e profondo, Dalla mente il senno al cuor. Ogni gocciola era un mondo, D’altri mondi facitor. Ma la possa in cuor nasconde Dell’ardente carità; Stilla a stilla il Pio ne infonde Nell’infante umanità. Così madre il suo diletto Lieve lieve accosta al cor, Chè sfogar nel pargoletto Teme quasi il grande amor. 1837.