Il nuov’anno - Edizione digitale XMLcompiled byMaria Federica CartenìCarte Tommaseo Online2025
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Carte d'autore onlinePoesieTommaseo, NiccolòSuccessori Le MonnierFirenze1872Trascrizione e revisione testiMaria Federica CartenìClaudio LupinuMarcatura XML testiMaria Federica CartenìManuela FerraroCodifica XML automatica estratta da WCM-BDGiovanni Salucci - MRX srlCoordinamento scientificoSimone Magherini
Il nuov’anno
Sorgete; ecco il nuov’anno: e dite un canto,Un nuovo canto a Dio. Tutte leviamoL’inno di grazie a Dio, create cose.Le crëature della man DivinaAma, o anima mia: con lor favella,Odi quel ch’esse ti diran di Dio.Scendi con pace, e le radici e i germiDifendi, o neve, che daran pietosiL’erba agli armenti, al poverello il pane.Un Angel pio sulle ignudate cimeVi rattenga, o valanghe: ubbidïentiVengan, com’agna mansueta, i fiumi.Rorate, o cieli; consolate i campiDel vostro pianto, o pure nubi; e dite:«Non dalla terra, ma dal cielo, il pane.»Miti splendete al pellegrino stanco,O soli; e tu risparmia alle fumantiFerree prove, oceàn, la tua tempesta.Manda, o Signor, conforto entro a’ pensieriDel mercenario infermo, e del soldatoIn armi senza gloria incanutito.Piangi, cuor mio, del cavator sotterraLa travagliosa notte, e del percossoNegro le strida acute e l’agonia.Non saran col superbo i miei pensieri:Ne’ suoi diletti è sangue: egli brïacoDanza su membra umane e le calpesta.Giaccion prostrati i lagrimanti a mille:E tu su quel dolor, sole, risplendiCome su fiore allegro e in limpid’acque.Muoiono, o terra, non compianti a mille,E muta li divori; e sulle ignoteOssa germoglia il fior, mormoran l’acque.Ma tu, Signor, pietà del poverello,Tu, che alla rondinella pellegrinaImmensa via senz’orma alcuna insegni;Tu, che al troncato polipo ridaiMoltiplicar sua vita, e fai l’insettoDa’ suoi veli di morte uscir volando.Volo è la morte. E ciò che al senso pigroQuïete sembra, è brulicar latenteDegli atomi che amor arde e ricrea.Più che di raggi il dì, fitto è di viteLo spazio: e i regni de’ viventi ascendono,Gradi sublimi dell’altar di Dio.Più che al sublime, al bello i’ t’amo, o Dio,E ti pavento: e più che gli astri immensi,Te narra il guardo umano ed il sorriso.Splendi, Signor, dal guardo umilïatoDell’orfano digiun, del vecchio stanco,Della fanciulla nell’amor tradita.Quante morti vedrà, quanti doloriL’anno che viene, e a’ secoli correntiSe ne va, come stilla all’ oceàno!Dice l’Angel di Dio: «Belli i dolori,Se il raggio dell’amore in lor si frange,Se fan più lieve della carne il pondo.»Esultò nel dolor l’anima nostra,Siccome uccel ch’ode tra balze il fiumeScender fecondo nella valle, e canta.Iddio sospinge al basso, Iddio rileva.Coral divelto, all’aria s’invermiglia,Vezzo al candor di seni immacolati.Diciamo, anime afflitte, un inno a Dio.Nell’ordin lor le stelle e gli elementiPer gli amati da Dio combatteranno.Udite, o cieli, dell’amor la prece;Ascolta, o terra: e l’odio muoia; e atroci,Ite calpesti al suol, vasi di guerra.Unite, industri, e di pensier fiorentiSien le cittadi: e sii, tu, Dio degli avi,Fido regnante di miglior’ nepoti.Da campi, rossi di fraterno sangue,Crescete, o mèssi; e del tuo verde, o terra,Vela i misfatti antichi e le rovine.Chè sei tutta rovine. E il fuoco e l’ondaTi squarcia: e via per l’alto infaticataTrascorri, e porgi all’uom pane e ghirlande.Gli Spirti a mille sovra te volanti,Sul corpo tuo, quasi un tessuto velo,Veggono insiem la primavera e il vernoE l’aurora e la notte: odono insiemeDella battaglia i bronzi e delle preci,E della morte e delle nozze il canto.Tempo verrà che in vortice di fiamme,Terra, cadrai come ruscello in fiume;E in maggior cielo emergerai più grande.E periranno i soli; e noi vivremo,Signor, con teco: e più che sole ardentiFiano i pensier’ dell’anima che t’ama.Da questa valle di perigli e piantoNoi t’invochiamo. Oh delle altezze eterneInfinito desio, venga il tuo regno.1843.