I fiori, le stelle, gli angeli
Dai fiori, immagin delle cose belle,
Ad ogni passo angelico nascenti,
De’ poggi e degli altar’ casta ghirlanda,
Sale il pensiero alle remote stelle,
Il cui splendor, quasi parole ardenti,
Dal sublime del cielo Iddio ci manda.
E dalle stelle ascende il mio pensiero
Agli angelici ardor’, che la bellezza
Di mille mondi ciaschedun pareggia:
E lì nuov’ali impenna, e al sommo Vero
S’innalza, e scerne dall’immensa altezza
Degli enti il mar, che tutto in luce ondeggia:
Crescere e aprirsi, come fiori, i mondi
Vede alla luce eterna; e poi languire;
E altri mondi spuntar, quasi da seme;
E nel minuto fior mira profondi
Misteri, e ogni ora nascere e morire
Popol di vite, e far concento insieme.
Della più vil fra le crëate cose
Ogni atomo, Signor, nel tuo cospetto
È noto e caro, e tu lo chiami a nome.
Un Angelo a ciascuno Iddio dispose:
Iddio ci conta con materno affetto
Ciascun capello delle nostre chiome.
Quanto muove ed è mosso, e nasce e muore,
Tutto è incenso d’amore innanzi a Dio,
Splendor di vero, e di beltà concento.
Gli Angeli, i soli, e della valle il fiore
Parlano un sol linguaggio al pensier mio:
E potessi ridir com’io lo sento!
12 febb. 1848.