Trieste - Edizione digitale XMLcompiled byMaria Federica CartenìCarte Tommaseo Online2025
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Carte d'autore onlinePoesieTommaseo, NiccolòSuccessori Le MonnierFirenze1872Trascrizione e revisione testiMaria Federica CartenìClaudio LupinuMarcatura XML testiMaria Federica CartenìManuela FerraroCodifica XML automatica estratta da WCM-BDGiovanni Salucci - MRX srlCoordinamento scientificoSimone Magherini
Trieste
I
Aura spirò dal platanoChe i detti udía di Socrate,E dal Cefisio margineChe poesia fiorì;Passò da’ sassi d’Itaca,E fece il fumo ascendere,Meta al desio dell’esule,In sul morir del dì.E dai giardin’ d’Alcinoo,Che nel tuo verso floridiSon sempre, o cieco povero,Soavi odor’ libò.Tra’ rami alle fatidicheQuercie volò, ricoveroDella colomba egizia,E mesta susurrò:Venne alla mia Dalmazia;I canti che GirolamoChiese al Giordano, e il LazioNe’ secoli echeggiò,L’aura nel suo passaggioColse da te, mia poveraPatria, com’ape il nettareCoglie da’ vivi fior’.E nell’Arena d’IstriaVuota (empietà magnifica),Sente le tigri fremere,E gli uomini, peggior’.E dell’umane glorieLa pellegrina aereaIn sè raccoglie i gemiti,E l’inno dei dolor’.E tante in te memorie,Trieste, riposandosi,Depon, siccome arteficeStanco del suo lavor.
II
Altre da’ lidi siculiAure fragranti aleggiano,E il carme di TeocritoFanno volando udir,Tra le armonie mestissimeDi lui che da CataniaNuova di casti numeriFece una vena uscir.Passando da Posilipo,Altre armonie s’aggiungono,Come ruscei che accorrono;E il fiume n’esultò.E il Vico accenti misticiA quelle note attempera,E l’Aquinate altissimo,Cui l’Allighier cantò.Dal letto di sue ceneriMise una voce languidaPompei sopita, e, pallidaMa bella, il ciel mirò.Ferve di vita e d’opereLa genovese darsena:Riscuotonsi le italicheSopite spiaggie al suon.Nè contro a Pisa e a GenovaSgorghi infernali incendii,Ma spanda amor magnanimo,Dante, la tua canzon.Dell’aure all’ale tenuiGloria e bellezza affidinoL’onde che volge il TevereE il Mincio e l’Arno e il Po;E in nuvoletta arridanoDella speranza al raggioL’acque che, miste a lagrime,Venezia distillò.
III
Quelle roranti nuvole,Quelle armonie, quegli aliti,Come colombe al nidio,Chiama Trieste a sè.Di tre valenti popoli,Figlia, sorella, ed ospite(Tali destin’ la vigileIndustria e Dio ti fe’),De’ fior’ di tutta ItaliaQui fioriranno i calici,O di lontano unanimiL’aure verranno a te.