L’Europa - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
L’Europa Che fa se è legge ai nati d’Eva, un pane In fatica acquistar, figli in dolore? Crescono i gaudii dalle angoscie umane, Cresce l’amore. Che fa se Egitto esulta, e piangi, o seme D’Abram? — Vagisce un fanciullin sull’onde; In un cestel di vimini la speme Tua si nasconde. Questi udrà sull’Orebbe: Io son che sono: — Libererà nell’immolato agnello. Folgore il cenno, e la sua voce è tuono, Santo rubello. Morta eri allora, e accetta (io spero) a Dio, Figlia del re, che lo campasti all’acque. Sempre, o Signore, il cuor che a’ mesti è pio Sempre ti piacque. Dalle rovine di Sïon fumante, Trionfatrice del romano orgoglio, La croce di Gesù vola raggiante Sul Campidoglio. Un tempio è in polve, e mille il sol ne mira Sorgere al Dio de’ mesti. E grandi affanni Quivi hanno posa; e qui frangeste l’ira Vostra, o tiranni. Che fa se il Prete tuo, Gesù clemente, Ha in man la daga, al piè trae la catena? E se gli fischia intorno odio impotente, Bestemmia oscena? Che fa se Italia, ancella a un tempo e donna, Spreca i prodigi che le piove Iddio? Se Londra merca, e se Parigi assonna; S’ambe l’oblìo Beono, in calici d’or, de’ lor perigli; Lascian, Polonia, che il Mongollo tristo Nelle tue donne e ne’ tuoi forti figli Trafigga Cristo? Le indiane mogli col marito ai venti Dissipate in sacrileghe faville; I Cinesi (ahi pietà!) pargoli spenti Ne’ fiumi a mille, Gridano a Dio. Ma tu pur dianzi, o prode Europa, in pro dell’Ottoman pugnavi. Or l’America invidia alla tua lode, E vuol di schiavi Gregge che figli, e che le dia pastura; Stringe, a sua libertà scettro, i flagelli, Teme esser pia; furente in sua paura, Sbrana i fratelli. Timidi ancora invia di sè messaggi A poche cime il sol; ma poi gigante Esulterà: vedrem gioir ne’ raggi L’acque, le piante. Da te sei nulla, e solo in Dio sei forte; Ma Dio ti vuole, o ragionante insetto, Gradatamente libero consorte Al suo concetto. La terra tutta era un’immensa tomba, L’onda sui monti: in quel deserto mare Cam non vedea l’ulivo e la colomba, L’iri e l’altare. Giorno verrà che terra e mar consumi, Come stridente in fuoco arida fronda. Poi verde eterno, e di beati fiumi Armonic’onda; E notti avrem lucenti a par del sole, E nel dî cento soli; e le scintille Vive saranno all’umili vïole Amiche stille. 1864.