All’oriuolo della mia stanza - Edizione digitale XML compiled by Maria Federica Cartenì Carte Tommaseo Online 2025

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Carte d'autore online Poesie Tommaseo, Niccolò Successori Le Monnier Firenze 1872
Trascrizione e revisione testi Maria Federica Cartenì Claudio Lupinu Marcatura XML testi Maria Federica Cartenì Manuela Ferraro Codifica XML automatica estratta da WCM-BD Giovanni Salucci - MRX srl Coordinamento scientifico Simone Magherini
All’oriuolo della mia stanza Misura e testimon de’ miei pensieri, De’ preghi umili e de’ lamenti alteri, Che pochi al giorno mio momenti gai Segni, e son pure assai; Non t’arrestar. Su te corrente, posa L’occhio mio, come suol donna amorosa Guardar, temendo, ad una cara vita, Che non le sia rapita. Segui, o angel dell’ore, in tuo vïaggio L’egro mio frale e ’l mio stanco coraggio. Ha bisogno, o fedel, l’anima mia Della tua compagnia; Di chi per man la guidi, e con amore Severo, come pan, mi parta l’ore. Ne’ tuoi giri contempla il pensier mio, Come nel sole, Iddio. Tu mi di’ come gli atomi e i pianeti Per l’infinito veleggino lieti; Come l’arcana mia vita cammine Verso un arcano fine. Oh tempo, oh steso fra la terra e il cielo Di pensiero e d’amor gracile velo; Che in te segnato il nulla e il viver porte, E l’Eterno e la Morte; Tu dello spazio negli immensi campi Immenso ondeggi, oscuro e pien di lampi; E padre ad ambi e figlio, è vosco il moto, Trino mistero ignoto. Noi sul mar delle cose alziam le vele, Náutili erranti per l’onda fedele; E va la viva navicella in pace Per infin che a Dio piace. Incerta molto e fragile, la mia Sciolse dal porto, e si rifece in via; Molte evitò bramate isole belle, Molte affrontò procelle. E vidi nereggiar sulle funeste Acque i peccati, quai naufraghe teste; E dall’aperto ciel con santo affetto Qualche capo diletto Raggiar suo riso, come fa l’aurora Quando le ancor mugghianti onde colora; E varie voci dall’opposte rive, Or triste ed or giulive, Giungon tra il fiotto e il vento; e amici aspetti Trasfigurati da’ primi concetti, Che la distanza par li rinnovelli, E il pensier li rabbelli. Deh possa, innanzi che le amare spume M’inghiottano, poss’io di qualche fiume Presso l’ombrosa solitaria foce Piantare un’umil croce Del nome mio segnata; e il navigante, Sul conteso terren l’umide piante Posando, mi rammenti, e in atto pio Sospiri, e pensi a Dio.