• Non si richiudere in sè

    Non si richiudere in sè Squallido manto di nubi Grava le spalle del monte; Alto la chioma e la fronte Splende nel libero sol. Pesa sul cuor, ma non puote Spegnere i baldi pensieri, Premer gli affetti sinceri, L’uggia nebbiosa del duol. E pur c’è cui troppo suona Lamentoso il verso mio, Che, di me parlando a Dio, Par che oblii gli altrui dolor’. Nè val che d’opra benigna Ricche, e di lagrime pie, Dal cor non fiacco le mie Voci movessero al ciel. Sdegna un drappello di forti Le voci querule mie, D’opre e di lagrime pie Ricco, e ne’ rischi fedel. Lascia l’ombre; e, sole o nembo, Tenta l’alto, o verso mio: Spera, esulta; o narra a Dio Non il tuo, gli altrui dolor’. Gli è ver che brevi le gioie, E i dubbi lunghi e i languori; Gli è ver che gli anni migliori Sterili ed egri perir; Gli è ver che l’anime umane Ingrate e timide e dure; Che a Dio gemesti tu pure, Cristo, il tuo chiuso patir. Sian di cantico, sian d’inno A te l’ale, o verso mio: Come nebbia in sole, in Dio Leva e sperdi il tuo dolor.