• Ad un medico

    Ad un medico Tu non chiedi a quest’alloro Lucri immondi o vili onor’: Ma nel cuor dell’uom soffrente Hai riposto il tuo tesoro; Ti consacri al suo dolor. Te al suo letto il nuovo sole, Te la notte alta vedrà. Gli hai promesso il cuor, la mente, Il silenzio, le parole, L’oro, il sangue, la pietà. L’occhio pio, la mano franca, Freddo il senno, ardente il cuor. Contro al tedio e contro agli anni L’alma forte, e non mai stanca Nel martirio dell’amor. Sacerdote del dolore, Son tremendi i tuoi dover’. I malor’, dell’uom tiranni, Tutti han fomite dal cuore, E la febbre è nel pensier. Entro l’anima profonda Metti il guardo pensator: Il segreto della vita Chiedi orando a Lui che monda, E rinnuova i sangui e i cor’. Tra la carne ed il pensiero, Della morte al limitar A fermarti Iddio t’invita. Come ombrato cimitero Al tuo sguardo il mondo appar. Se all’aperta sepoltura Ti verrà con lieve man Tolto il capo sospirato D’un’amata creatura, Non sarai vissuto invan. Maledetto chi s’avvia Per la strada del dolor Sufolando spensierato, E i terrori e l’agonia Freddo guarda e cambia in or, Chi la fè nega, e dell’ale Tronca il nerbo alla pietà, E in un corpo tormentato Uno spirito immortale, Adorando, amar non sa. 1843.