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Materiali d'archivio
Fondo Tommaseo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
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Eventi
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Niccolò Tommaseo et Nantes: mostra allestita in occasione del convegno internazionale di studi Tommaseo europeo per il 150° anniversario della morte di Niccolò Tommaseo(1802-1874)
(Dopo la rotta di Montaperti, i Guelfi di Toscana e Romagna sono raccolti in Lucca, e dimorano intorno alla chiesa di San Frediano).
UN FANCIULLO DE’ BUONDELMONTI.Quando, o padre, all’ApparitaLa città nostra fioritaRivedrem dall’alto, e quandoPregheremo in San Giovanni?BUONDELMONTI.Forse in capo a dimolt’anniAvrà fine il nostro bando;Forse in breve: Iddio lo sa.CORO DI VECCHI.O donne fiorentine,Chiamate a Dio pietà.UNA DONATI AL FIGLIUOLO.Del padre tuo l’esiglioNon averà mai fine:L’Arbia nel sangue, o figlio,Le piaghe sue lavò.CORO DI GUERRIERI.Maledetto il traditorChe d’un colpo fe’ caderTante braccia e tanti cuor’!Siano infami i suoi sentier’:Quel che noi provammo allor,Senta, o tristo, il tuo pensierTutta, quanto durerà,La penace eternità.CORO DI DONNE FIORENTINE.Di te, Fiorenza, stanco,I tanti tuoi peccatiDio flagellar volea.Su’ tuoi nemici armatiUn grande manto biancoLa Vergine stendea,Che nella pura notteFu visto biancheggiar.CAVALCANTE DE’CAVALCANTI.Ma fu pugnato almanco:Nè senza sforzo rotteLe posse guelfe andàr’.CORO DI VOLTERRANI.Il sol montava; e discorde-sonantiA noi veniano i barbarici canti.Degli ottocento, pien’ d’oro e di vino,Ecco il fracasso si fa più vicino;E de’ cavalli la torma si scagliaCon urla grandi alla nostra battaglia.Primo in ischiera presentasi il forteAldobrandino, gridando: «Alla morte.»E con la spada a due mani si cacciaTra fante e fante, spirando minaccia.I PISTOIESI.Ma di Gualtier d’Astimbergo la fieraIra s’avanza. Calò la visiera,E nelle mani s’assetta la lancia:Sul condottier de’ Lucchesi si slancia,Che del vegnente nel valido usbergoRuppe il suo ferro. Ma quel d’Astimbergo,Forte gridando, lo coglie e trapassa,E un altro e un altro freddati ne lassa.Prende la spada, trafigge ed istraccia,E tra’ destrier, come drago, si caccia.SAMMINIATESI.D’un concento di lamentiRisuonâr’ le sparse schiere:Ne’ sbarrati alloggiamentiIl Senese penetrò;Gli stendardi e le bandiereMise in terra e calpestò.UN MAGALOTTI.Forti lancie e a vincer dotte,Trentamila in sugli albor’Ci schierammo: e avanti notte....UN BISDOMINI.Maledetto il traditor!CORO DI LUCCHESI.Questa terra, intanto, sgombraDa stranieri e suoi tiranni,Di Matilde la grand’ombraA noi tutti manterrà.Regge omai da trecent’anniLa lucchese libertà.UN MACHIAVELLI.Maledetta e tu, che d’oroEmpi al barbaro la fame!Ma non oro, o lupa infame,Sangue Iddio da te vorrà.UN PRETE DI SAN FREDIANO,
DELLA FAMIGLIA GARZONI.Figliuoli miei, qual suonoD’ira impotente e d’infernal minaccia?I’ pregherò che, buono,Secondo i preghi vostri Iddio non faccia.Per la sera tranquillaSpandesi, come d’Angelo, armonia.Suona la santa squillaE dice in suo linguaggio: Ave, Maria.L’Angelo a lei favella:«Piena di grazia, Iddio tua compagnia. —Ecco di Dio l’ancella —E il Verbo è fatto carne. —I FANCIULLI E LE DONNE.«Ave, Maria.»IL PRETE.Prega a Gesù, che forteIl braccio, o Santa, e mite il cuor ci sia.E adesso e nella mortePrega per noi traditi.
TUTTI, TRANNE IL CAVALCANTI.
«Ave, Maria.»1833.