• Cristo e le cose

    Cristo e le cose Questi fior’ che tra l’ombre di Getsèmani Crebber, Gesù, dovrà sudato tingere Il sangue tuo. — Fra pochi dì l’avranno. — — Noi, destinate il tuo bel capo a premere, Aride spine, perchè mai sì vegete Cresciamo al sol? — Crescete: io vel comando. Ancora un poco, e tu, freddo sudario, Freddo m’avrai. Di grande amor desidero I tuoi sacrati abbracciamenti, o morte. — La terra, impressa delle tue vestigia, Quante sostanze comporrà ne’ secoli, Le imberrà tutte della tua virtute. L’aria che spiri, correrà perpetua Or sotterra, or per l’alto, e innumerabili Petti mortai, Gesù, la spireranno. Gli àtomi che alle tue membra involaronsi Già vive, e al tuo voler ministri furono, Di mendichi e di re membra saranno; La luce, il caldo, e le correnti eteree Senza nome nè pondo, che in te vissero, Sparsi nel vano e in nuove vite attratti, D’uno in altro emisfer si tramutarono: E in suo quïeto armonïoso vortice, Da lor sacrata, li agitò Natura. Qual maraviglia se Gesù nel mistico Pane si cela, poi che tutte serbano Orma alcuna di lui l’aure e la terra? Temprata, o forte, del tuo mite spirito Nostra materia, al buon voler più docile Serve, e or si lancia ardita, or ùmil posa; E di dì ’n dì, fra il cielo e noi, più tenue Velo divien, come di nebbie sgombera Aria che al sol s’innalbi ed invermigli. 1838.