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Materiali d'archivio
Fondo Tommaseo della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
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Eventi
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Niccolò Tommaseo et Nantes: mostra allestita in occasione del convegno internazionale di studi Tommaseo europeo per il 150° anniversario della morte di Niccolò Tommaseo(1802-1874)
Il corpo di Cristo
Sacra la terra che produce il pane,A tua beltà tremenda ùmile veloQuando tu scendi, e nelle spoglie umaneComprendi il cielo.E quando ferve in vivo sangue il vino,Che fiamma a’ cuori e refrigerio infonde,Per tutti i cieli un alito divinoD’amor diffonde.Poco era aver, Gesù, della infinitaTua carità nostro pianeta impresso:Tutto nel soffio di ciascuna vitaMesci te stesso.Nè sì stretti potea nè sì fecondiTrovar mortale amore abbracciamenti.Degno concetto al Creator de’ mondi,Degli elementiAl sempre immoto innovator, che lèggeNel pensier del mio cuore anzi ch’io ’l pensi,E agli àtomi fermava unica leggeE a’ cieli immensi.È sacra ogni aura, ogni àtomo, ogni stillaChe parte esser potria del gran portento.Nè di tanti splendor’ fitto scintillaIl firmamento,Quante fïate a un tratto il Corpo SantoMoltiplicar, divina ostia, potriaQuel Figlio tuo, che tu piangesti tanto,Dolce Maria.Chi delle cose il generarsi arcano,Chi l’arcano immutar narra o comprende?E come il corpo appar, come nel vanoTuffasi e ascende?Questo di spazi interminabil tratto,Per molti moti e molta ora disgiunto,Dell’Infinito è nella Mente un attoPresente, un punto.Meglio che al senso incerto, emmi soaveCredere in questa Fede. Io veggo il veroPiù che con gli occhi; ed il mistero è chiaveCh’apre il mistero.Così trapassa intero in aria o in ondaRaggio di sole, e intero ne rivola:Esce così dall’anima profondaViva parola,Che, sonante da’ labbri, impressa in carte,Entra tutta, e negl’intimi rimanePensier’ di molte per li tempi sparteAnime umane.Come etereo vapor là ne’ languentiFiori s’instilla, e qui da’ fior’ risale;Come salgono e scendono ferventiLe angelich’ale,Un’ostia si dilegua, e il Ciel s’infuseIn altra, al suon delle possenti note:E inneggian mille, in un amor confuse,Anime ignote.Quanti preghi anelâr’ ne’ petti umani,Cristo, dal dì del tuo supremo affanno,Quante da te ne’ secoli lontaniGioie verranno,Tu che raccogli l’anima e le membraE ’l nume tuo nell’ostia, Agnel di Dio,Que’ preghi tutti e quelle gioie assembraNel pensier mio.1853.