• La luce

    La luce Di’, sei tu forse un alito Che, del volar nell’impeto, Liete le stelle vergini Dal dolce labbro spirano? Sei tu fragranza, in atomi Diffusa, i cieli ad empiere, Come l’odor di varïa Ghirlanda in casto talamo? Armonïoso fremito, Luce, tu sei, che rapido Per l’universo pènetri In rivi, in onde, in vortici. Non era il mar: fervevano L’acque in tempesta, in turbine: Il sol non era; e libera Ella vincea le tenebre. Le cose al sol rispondono, Come toccata cètera Sveglia l’interno tremito Sotto la man che l’eccita. Chè tutte i proprii numeri, Tutte la luce propria (Eco de’ mondi e specchio) In sè le cose ascondono. Come la foglia tenera A lieve vento palpita, Le sfere immense al trànsito Dell’armonia scintillano. E plettro i cieli altissimi Son l’uno all’altro, e cètere Che gli splendor’ si rendono Come echeggiato cantico. Questi, che l’occhio assordano, Lieti del sole incendii, Sono un sommesso gemito, Un ruscelletto torbido, A quel di fiamme oceano Ch’è refrigerio all’anime, Sul qual söavi volano Le melodìe degli Angeli. 1851.