• Gl’imponderabili

    Gl’imponderabili Il calor che risolve e crea la vita, I dolci rai che fan gioir le cose, La virtù che alla pietra calamita E che all’elettro in seno Iddio ripose; Con la parola dall’Eterno uscita Nacquero insieme e crebbero, amorose Forze gemelle; e tempra all’ universo È ’l quadriforme spiro, uno e diverso. Morte paion talor le cose, e mute Di rai, d’amplessi, d’impeti, d’ardore; Ma scoppia poi la natural virtute In caldo, in vampa, in fulmine, in amore. Così nel fondo del pensier le argute Idee si stanno, e spireran poi fuore Nel fervor della libera parola, Che attrae, sospinge, e disfavilla e vola. Moto è l’elettric’alito che addensa Gli atomi vaghi e stringe in nuovi patti; Moto il vigor che la materia immensa Libra ed avvia, com’aghi al polo attratti; Moto il calor che giusto apre e dispensa Germi, spiragli e vie, riposi ed atti; Moto la luce che da’ corpi esprime Le forme vive, e vive in altri imprime. Ma chi le sacre fonti e chi del moto, Pensando, indagherà l’alto mistero? Degli spazi oltre al termine remoto Siede inaccessa la ragion del vero. Oh lontano e presente, amico ignoto, Oh tenebra splendente al mio pensiero, Con istinti d’amor pien di sgomento (Non t’intendo nel cielo) in me ti sento. 1851.