• Lo spazio

    Lo spazio L’ampio sereno ove l’ardenti piume, Stelle felici, giubilando aprite, Pieno è non sol di puro etra e di lume, Ma di pensanti vite. Così la mèsse, ancor tra verde e bionda, Gremìta ondeggia, ed acconsente al vento; Così di largo fiume onda con onda Si preme, e fa concento. Per tutto è spirti e idee. Non puoi ne’ cieli O nel gorgo de’ bàratri profondi Interstizio pensar, che in sè non celi Germe e ragion di mondi. Per questa selva di viventi amori Passa il raggio di Dio, come per vano, E candido, e rifranto in bei colori, Spira nell’occhio umano. E quante apre in sembiante ampie distanze Al guardo e al passo de’ viventi Iddio, È campo alla fatica, alle speranze, È alito al desìo. Commove ad ogni passo un mondo intero D’intorno a sè l’uom cieco, e a sè par solo: Così l’äere invisibile leggiero Sostien la penna al volo; Così sul capo del fanciullo aggreva Una söave man colonna immensa D’aria vibrante, ed il fanciul si leva, E corre, e ciò non pensa. Com’uom si desta in quel che all’alba pura Rendon le nubi e i fior’ dolce sorriso, E vede i poggi e il mare, e la verdura Fresca, e un amato viso; Così, dolce Signor, nel dì supremo Che ci farà di te vivi e veggenti, La svarïata unanime vedremo Famiglia d’elementi, Che a noi conduole e congioïsce ignota, Fedel compagna all’esule vïaggio, E nel respiro uman si mesce, e nuota Com’atomi in un raggio. 1851.