• Vocazione

    Vocazione Una voce in cuor mi suona, E mi dice: «tu morrai. Del Signor, che non perdona A’ superbi, il dì vedrai. L’alma tua, che uscì peggiore Dai lavacri del dolore, Tremerà nel sole eterno, D’esser nuda arrossirà. Lieve foglia, a’ venti scherno, Senza vita andrà ’l tuo nome. Come l’alito del verno Sveste al rovo e al fior le chiome, Tale al cenere più vile La tua polve andrà simile; E alla pietra illacrimata La calunnia insulterà. I pensier’ che a te beata D’ineffabili diletti Fêr’ l’ambascia, e la pacata Armonia degli alti affetti, Sconosciuti andran con teco Nel sepolcro; e il mondo cieco Non saprà di quante vite Era il germe ascoso in te.» Una voce in cuor mi suona, E mi dice: «tu vivrai. Desir’ vasti il ciel ti dona, Vasto campo a ignoti guai. Lungo corso è a te prescritto; E, in correndo, un fier conflitto Durerai con l’ira immite E de’ popoli e de’ re. Turba l’onde, asconde il cielo L’aggirar d’opposti venti, Speme ed ira e fiamme e gelo Riversando in sulle genti, Che, quai giovani destrieri, Per burron’ senza sentieri Vanno insane: e chi quell’impeto Esultante infrenerà? Fia mercè d’un pio consiglio, D’un gentile ardir fia pena La franchigia dell’esiglio, O l’onor della catena. Forse un giorno andrai mendico, Senza ingegno e senza amico: Ma ’l pregar di qualche misero A’ tuoi preghi echeggerà.» Sovra un pelago profondo Di tenèbre e di mistero Voga, o Padre, incerto il mondo, Vola ardito il mio pensiero. Non gli scherni e non gli affanni, Non le plebi e no i tiranni, Non l’esiglio e le ritorte, Ma te sol pavento, o Re. Il dolor da te mi giova, Parmi un riso di bellezza. Come d’aquila, s’innova La mia stanca giovanezza. Degli afflitti eterno Amico, Al tuo nome i’ benedico; Della vita e della morte I tesori io sacro a te. 1833.