• Il confine de’ mondi

    Il confine de’ mondi Striscia la serpe sulla polve e sibila; Ma gli uccelletti nell’amato fiume Della tua luce, o sol, tergono e affinano La snella voce e l’eleganti piume. Altre ed altre vegg’io per l’ultim’etere Vite alïanti, e d’armonia, di lume Tanto beate più quant’è più bello Di serpe intormentita agile uccello. E scorron forse nel confin che l’aëre Terreno da’ consorti astri distingue, Enti che scernon le magioni e intendono Di que’ diversi abitator’ le lingue; E vanno a lor, come volanti ascendono Aria più fina, o tuffansi in più pingue; O com’uom lascia i lidi, e al mare in vuoto Tronco s’affida, o fende i flutti a nuoto. Perchè di cielo in ciel non è voragine, Ma dolci gradi e agevole trapasso, Come congegni d’armonia che accordano Il forte al piano andar, l’acuto al basso; Come rilievi dell’umana immagine Condotti ad arte in cera o docil sasso: E il creato m’appar viva persona Che di Dio seco, e a Dio di sè, ragiona. 1858.