• Il padre morto

    Il padre morto Ne’ lampi della gioia, Nell’ore della noia, Negl’inni dell’affetto, Accanto al mesto letto, Alla povera mensa, Sotto la pace immensa Di buio ciel nevoso, In dolce atto amoroso Veggo vêr me venire Una cara Ombra, e dire: Di sdegnosi pensieri, Di torbidi piaceri Deh! non macchiare, o figlio, Il tuo solingo esiglio. Qual madre che tremante L’unico suo lattante Nel casto sen dal gelo Copre di freddo cielo; Tal, fra mesta e giuliva, Come persona viva, Con meco incede e posa La cara Ombra amorosa; E spira in me, com’alma Spira in corporea salma: M’accora, mi riprende, M’inanima, m’accende. Così libera nube Che va per l’alto e rube Ad ora ad or di lampi, Sovra gli aridi campi Dal mesto seno elice Acqua rallegratrice; O dall’ intenso ardore Protegge il viatore; O tutta si colora Del dì, non sorto ancora. 1835.