• La notte del dolore. A mia madre

    La notte del dolore. A mia madre D’ una gioconda immagine Gioir nel sonno breve, Destarsi a un tratto, e vedovo Sentire il letto, e aperto Presso la soglia un feretro; Lente vedersi intorno Errar le pie memorie Della passata vita, E in fronte al primogenito Figlio i libati baci; E l’ore che ti corsero Come un ruscel di luce Schiette, e d’amor purissimo Severamente liete, E il dolce orar che unanimi Tutte le sere seco Per il lontano figlio Festi e pe’ cari estinti; E a’ primi rai, che spuntano Lieti sul tuo dolore, Volgere gli occhi languidi, E degli uccelli al primo Canto l’orecchio tendere, Le prime orme sentire Della città che destasi Piena de’ suoi dolori, E degli altrui dimentica; E poi le membra stanche Al letto ingrato togliere, E d’una in altra stanza L’inferma tua canizie E i lagrimati preghi Trarre deserta, e all’unico Tuo figlio sventurato Pensar; quest’è ’l tuo vivere, Misera madre mia.