• A un giovane

    A un giovane Come uccel che cieco e solo Chiuso in gabbia invan si lagna, Cerca invan la luce e il volo Nella libera campagna Che l’improvido perdè; Tal son io: che la baldanza Non è più de’ giovani anni; Nè la semplice speranza Col baglior di cari inganni Fa men acre il tedio in me. Grazie, o Dio, che questi giri Di ruine e di salite, Le acri gioie, e i buon’ sospiri, Tante morti e tante vite, Fitte e miste in un sol dì, Rivelaro al mio pensiero Del dolore i forti arcani, E dell’anime il mistero; Onde il core ai falli umani Mansueto compatì. Compatisci a mia fralezza, Giovin, ch’hai virtù d’amore E intelletto di bellezza. Non di plausi io chieggo onore, Ma un sorriso nel sospir. Se il tesor di casti umori Amoroso il ciel non spanda, Langue il calice de’ fiori. — Ahi! non può la mia ghirlanda Che per lagrime fiorir. —