• Fede

    Fede Se, di dolor’ superbi inebriato O d’amaro gioir, me stesso obblio, Negl’intimi del cor voce di Dio; Mi ferisce, e mi morde il mio peccato. Pur m’è caro il rimorso. E, umilïato, Sento un soave di patir desio: E le mie piaghe a’ falli altrui più pio Mi fanno; e dico: anch’ei di donna è nato. E cerco il cielo, e dalla valle oscura L’occhio, con mesto amor pien di speranza Le belle cime, ch’io perdei, misura. Temo, Signor, di me: fido in te solo, Che alla raggiante tua libera stanza, Dio de’ pentiti, ci trarrai d’un volo.