• La parola

    La parola Vien la parola come picciol seme Che al profondo terren fido s’appiglia; Veste le cime de’ pensier’ supreme, E in ceppo indura, in vette s’assottiglia, Una mettendo e variata insieme D’innesti e di propagini famiglia: E raccolto entro al germe è l’alber tutto, Nella radice il fior, nel fiore il frutto. Quale il diffuso fiammeggiar del sole In goccia di rugiada entra e sfavilla; Così nel breve suon delle parole L’immensa verità vago scintilla. Ciascuno ingegno dell’umana prole, Fiume o torrente o lago o rio, ne brilla. Il ver ci corre come luce in onde; E lingua a lingua ardori e rai trasfonde. Come nell’alta immensità le stelle, Quasi fiumane in mar mescono i raggi, E per urto o bollor scheggiansi anch’elle, Astri nuovi, ad osar nuovi vïaggi; Confondonsi così nostre favelle, O fan di lor rottami altri linguaggi, Tutti a una legge ubbidïenti; e perno A que’ divini istinti il Verbo eterno. Oh Verbo uno allo Spirto, oh del profondo Della Virtù di Dio gioia e candore; S’anco da te l’Amor che muove il mondo Non procedesse, e’ non sarebbe amore. Nell’alito dell’uom spiro fecondo, D’atti e parole redentrici autore! Il mortal cose eterne, amando, crei; Ed ostia il Verbo, e gli uomini sian Dei. 1851.