• L’ingegno solitario

    L’ingegno solitario D’un etereo pensier la fiamma ascosa Sempre l’ingegno accenda, e tempri il cuore; E congiunga nell’anima pietosa Divine gioie con uman dolore. Siccome lampa che in cristal riposa Non tocca, intorno invia queto chiarore; Così la luce di quel gran pensiero Limpida, uguale, illustri il tuo sentiero. Uscirà fiamma dalle tue parole, Non chiara sempre, eppure al cuor s’appiglia; Non sa sentirla il vile (o che non vuole), E gli occhi abbassa, e sibila e bisbiglia. Ma per gli abissi dello spazio il sole Guida degli astri la fedel famiglia, E sotto a sè diffonde e sopra e intorno, Non sempre visto, e sempre ardente, il giorno. 1842.